13_07_2012 | CARCERI, IL DEPUTATO PAPA (PDL) IN VISITA AI CASETTI: LA TAZZA DEL BAGNO IN MEZZO ALLA CELLA

Venerdì, 13 Luglio 2012

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CARCERI, IL DEPUTATO PAPA (PDL) IN VISITA AI CASETTI: LA TAZZA DEL BAGNO IN MEZZO ALLA CELLA


“Voglio dire con franchezza che, non i detenuti, non il personale, non gli agenti della polizia penitenziaria, non le amministrazioni dei carceri, ma lo stato italiano dovrebbe vergognarsi profondamente per quello che io oggi ho avuto modo di vedere a Rimini: detenuti costretti a defecare a vista, alludo al primo reparto. Per fortuna, mi hanno spiegato, è stato chiuso il secondo reparto che era in condizioni addirittura più drammatiche”. E’ Alfredo Papa, parlamentare Pdl, appena conclusa la sua visita ai Casetti. Papa, dopo una personale esperienza in cella un anno fa circa ha iniziato la sua battaglia per l’amnistia e una serie di visite che lo stanno portando in lungo e in largo per tutte le prigioni d’Italia.


Il parlamentare ne ha viste tante, ne ha provate anche sulla sua pelle, ma di certo non avrebbe voluto credere ai suoi occhi (e neanche al suo naso) oggi quando si è trovato di fronte a quella celle senza bagno, dove i detenuti per le loro necessità fisiologiche hanno una tazza messa lì in un angolo, accanto ai letti, senza nulla che la separi dall’universo mondo.


Attualmente sono 191 i detenuti ai Casetti (95 stranieri) contro i 120 posti ufficiali (lo scorso anno nello stesso periodo erano in 300). “Di questi 94 su 191 sono i definitivi – fa notare Annalisa Chirico, giornalista assistente del deputato, in visita anche lei – gli altri sono in carcerazione preventiva, in attesa di giudizio non hanno condanna definitiva, scontano l'inefficienza delle giustizia italiana”.


Non è difficile domandarsi, con Ivan Innocenti, radicale riminese, “perché il carcere restituisca persone peggiori mentre la Costituzione dice altro". Perché in un paese che ha ripudiato la pena di morte, le carceri siano "sono un campo di concentramento e sterminio: 53 morti da inizio anno. Noi riminesi dobbiamo renderci conto. Il diritto sul nostro territorio è negato, lo stato nega il diritto. Vorrei che la nostra amministrazione, la nostra comunità fosse in grado di manifestare che non vuole sul nostro territorio situazioni di questo tipo”.